Quel
casolare lontano e diroccato nella tetra boscaglia gelida di un
inverno come un altro ,
Un
vecchio uomo dallo sguardo assente e stanco siede davanti alla porta
cigolante della sua catapecchia.
E'
povero il vecchio uomo...
Stanco.
Possiede
solo un bastone arcuato e una gerla rattoppata...
Osserva
attonito la neve che cade copiosa dal cielo.
Lo
sguardo del vecchio è fisso ed impenetrabile...
Il
suo corpo è immobile ed infreddolito.
In
fondo io ed il vecchio uomo non siamo poi così diversi...
Così
solitari entrambi...
Così
silenti entrambi.
Ci
piace stare soli a pensare alla vita che ci scorre davanti, che non
ci perdona...
Non
comprende i nostri errori e ce ne fa commettere ogni giorno sempre di
più.
Io
e il vecchio uomo non viviamo la vita: è essa a vivere noi.
Ci
prosciuga le nostre anime...
Ci
rende impotenti.
Forse
siamo noi a non essere in grado di vivere la vita...
Forse
siamo noi a farcela prosciugare.
Forse
sarà così...
Può
darsi,
ma
comunque sia io ed il vecchio uomo sappiamo osservare il mondo che
circonda a modo nostro.
Con
quei pochi mezzi che siamo in grado di utilizzare...
Leggiamo
il mondo con le chiavi del nostro Essere.
IL
vecchio uomo legge il mondo grazie alla sua saggezza ed esperienza.
Io
lo decifro in chiave poetica...
Così
riesco ad affrontare la vita.
Questi
miei pensieri sono l'arma che mi consente di vivere a mio modo la
vita...
Io
Osservo, penso e scrivo.
LO
so che al giorno d'oggi questi talenti stanno scomparendo sempre di
più perchè considerati fuori moda,
ma
non me ne importa.
Io
scrivo per rime, per metafore, per similitudini...
Io
voglio essere amica del vecchio uomo povero e solo.
Anche
lui scrive versi...
Anche
lui è un poeta.
I
suoi silenzi hanno molto più valore di mille azioni ad affanni...
Sono
l'essenza della vita...
Sono
ciò che alla fine rimane quando lo sfarzo e la bellezza si
dileguano.
E
chissà, forse un giorno sarò anche io come lui.
Ciò
che rimarrà di me...
Saranno
versi e pensieri scaturiti dal mio Essere.
C.V.
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