venerdì 31 gennaio 2014

UNA GRANDE SCOPERTA

E' difficile capire i meccanismi della mente umana: essa è complessa e talvolta i suoi processi sono inspiegabili.
La razionalità ha confini: non riesce ad arrivare verso l'infinito, l'ignoto ed il fantastico.
Quando agiamo e compiamo delle azioni, siamo limitati poiché prima o poi ciò sarà sempre destinato a finire.
Ogni avvenimento reale che segue questo processo si può dunque definire razionale.
Quando invece pensiamo, sogniamo e fantastichiamo la nostra mente compie dei meccanismi irrazionali.
In questo frangente si potrebbe citare il grande psicanalista Sigmund Freud con la sua teoria dell'inconscio.
L'importanza dei sogni per questo studioso ha una sua ragion d'essere nel fatto che l'uomo sia incapace di fuggire da alcuni impulsi che la ragione umana non riesce a captare: infatti questo meccanismo rientra nella sfera irrazionale.
Il pensiero Freudiano prende anche le distanze dall'antica idea positivista che vedeva l'essere umano soltanto come un soggetto pensante e razionale; inoltre si discosta molto anche dal filone naturalista parente stretto del positivismo.
Al noto psicanalista va il merito di aver elaborato una teoria analitica dei sogni i quali si formerebbero, secondo lui, occultando i contenuti inconsci permettendo a questi ultimi, così mascherati, di giungere alla coscienza.
Secondo me Freud ha dato una grande scossa alle teorie imbriglianti dei secoli antecedenti al 1900 poiché è riuscito a capire che la mente umana non è una macchina, ma come la vorrei definire io: “un pozzo di mistero”.
Questo padre della psicanalisi è stato influenzato anche dalla corrente artistica del Surrealismo e a proposito di esso Freud pronunciò le seguenti parole:

« Finora, ero portato a considerare completamente insensati i surrealisti, che pare mi avessero adottato quale santo patrono. Questo giovane spagnolo con i suoi occhi candidi e fanatici e la sua innegabile padronanza tecnica mi ha fatto cambiare idea. »

Da queste righe si può dedurre che Freud inizialmente non vedeva di buon occhio gli artisti surrealisti, poi invece durante un colloquio con uno di loro ( lo spagnolo Stefan Zweig) cambiò idea.

C.V.


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