E'
difficile capire i meccanismi della mente umana: essa è complessa e
talvolta i suoi processi sono inspiegabili.
La
razionalità ha confini: non riesce ad arrivare verso l'infinito,
l'ignoto ed il fantastico.
Quando
agiamo e compiamo delle azioni, siamo limitati poiché prima o poi
ciò sarà sempre destinato a finire.
Ogni
avvenimento reale che segue questo processo si può dunque definire
razionale.
Quando
invece pensiamo, sogniamo e fantastichiamo la nostra mente compie dei
meccanismi irrazionali.
In
questo frangente si potrebbe citare il grande psicanalista Sigmund
Freud con la sua teoria dell'inconscio.
L'importanza
dei sogni per questo studioso ha una sua ragion d'essere nel fatto
che l'uomo sia incapace di fuggire da alcuni impulsi che la ragione
umana non riesce a captare: infatti questo meccanismo rientra nella
sfera irrazionale.
Il
pensiero Freudiano prende anche le distanze dall'antica idea
positivista che vedeva l'essere umano soltanto come un soggetto
pensante e razionale; inoltre si discosta molto anche dal filone
naturalista parente stretto del positivismo.
Al
noto psicanalista va il merito di aver elaborato una teoria analitica
dei sogni i quali si formerebbero, secondo lui, occultando i
contenuti inconsci permettendo a questi ultimi, così mascherati, di
giungere alla coscienza.
Secondo
me Freud ha dato una grande scossa alle teorie imbriglianti dei
secoli antecedenti al 1900 poiché è riuscito a capire che la mente
umana non è una macchina, ma come la vorrei definire io: “un pozzo
di mistero”.
Questo
padre della psicanalisi è stato influenzato anche dalla corrente
artistica del Surrealismo e a proposito di esso Freud pronunciò le
seguenti parole:
« Finora,
ero portato a considerare completamente insensati i surrealisti, che
pare mi avessero adottato quale santo patrono. Questo giovane
spagnolo con i suoi occhi candidi e fanatici e la sua innegabile
padronanza tecnica mi ha fatto cambiare idea. »
Da
queste righe si può dedurre che Freud inizialmente non vedeva di
buon occhio gli artisti surrealisti, poi invece durante un colloquio
con uno di loro ( lo spagnolo Stefan Zweig) cambiò idea.
C.V.
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