Immaginare
di essere ciò che non si potrà mai essere e fare tutto ciò che si
vorrebbe senza mai riuscirci.
L'impossibile:
è di questo che si tratta.
Ed
ecco allora che giunge un violento ed improvviso cataclisma.
Tutto
si sgretola come un castello di sabbia.
Anche
io mi sento tale.
Siamo
tutti in fondo dei castelli di sabbia.
La
realtà è cattiva: vuole rendere fragili le persone.
Vuole
trasformare la gente in castelli di sabbia.
Una
lacrima scorre sul mio viso ogni giorno,
la
mia mente fugge dalla realtà che mi fa paura: mi turba, mi rende
sgomenta.
Sono
una persona fragile che però non vuole sgretolarsi del tutto. Mi
sento un castello di sabbia, ma ho un'arma a mio favore.
Il
mio appiglio è la poesia: la scrittura.
Quando
scrivo mi sento un gabbiano.
Solo
così mi salvo, mi sento qualcuno, sento di essere davvero me stessa.
La
poesia: il Gabbiano che vola libero e felice verso i cieli del mio
Essere.
Mi
sento felice quando scrivo, serena, libera.
E'
così bella la dimensione poetica e della scrittura: al giorno d'oggi
purtroppo è dimenticata, considerata fuori moda, una cosa inutile ed
anacronistica.
L'animo
dell'uomo odierno è così impegnato a giudicare che si lascia
confondere ed ingannare dalle pure apparenze.
Non
sa cosa si perde: la vera Essenza dell'animo umano.
Ecco
perchè la realtà diviene marcia e corrotta, meschina e cattiva: la
gente non sa più guardare con occhi leali nell'anima del suo
prossimo.
Galleggiare
in superficie è quello che conta, giudicare parole ed azioni è solo
ciò che importa, il fare sostituisce l'Essere, i difetti delle
persone vengono esasperati dal giudizio falso e negativo della
mediocrità umana : così le persone fragili si perdono, vengono
ferite e faticano a ritrovare loro stesse.
A
questo punto, per concludere, dare voce ed importanza alla Poesia
sconfiggendo “il falso essere” citerei una frase del grande P.
Coelho che secondo me non ha bisogno di ulteriori spiegazioni:
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