lunedì 29 ottobre 2012

UNA VITA SPEZZATA

Proprio ieri pomeriggio a "Così è la vita", una trasmissione dedicata a storie problematiche e dai risvolti    per certi versi drammatici, si discuteva sulla vicenda di un padre che aveva perso ormai da diversi anni suo figlio ancora molto giovane.
Una triste storia, questa, che ha fatto emergere la rabbia ed il dolore di un padre, che ancora oggi a distanza di alcuni anni, si domanda in quali precise circostanze fosse stato ucciso suo figlio.
Il fulcro principale di questa tragica vicenda era il mistero che ruota ancora oggi attorno "alle bestie di satana": chi sono questi malvagi individui senza pietà che ammazzano la gente in maniera così brutale? E perchè lo fanno?
Questo ragazzo, Fabio, raccontava papà Michele, era un giovane che non dava nessun tipo di problemi in famiglia: era bravo a scuola, suonava in gruppo Metal in cui lui si trovava benissimo e diceva di appartenervi con convinzione...
Insomma un bravo ragazzo si potrebbe definire, anche se papà Michele non condivideva molto il fatto che  Fabio suonasse quella musica così assordante e stordente.
Ma cosa stava sotto a questa apparente vita tranquilla di Fabio? Qual'era la verità?
Questo ragazzo era veramente sé stesso?
A me personalmente viene subito da pormi una domanda: perchè tanta violenza su un ragazzo? Che male aveva fatto?


"Musica satanica"....Diceva papà Michele: da qui si possono intuire e dedurre molte cose, ahimè tragiche ed aberranti. Questo è il vero e doloroso problema.
Chissà quante altre storie simili a quella di Fabio...Magari moltissime, ma quante sono state svelate completamente?
La violenza ha proprio molte facce, molte forme mai uguali, ma sempre spietate in ugual maniera.
La storia di Fabio è unica nel suo genere perchè contiene al suo interno la vita di un giovane ragazzo che si è trasformata e brutalmente interrotta nel momento in cui lui ha conosciuto "quegli individui" con i quali trascorreva gran parte del suo tempo e delle sue giornate.
Normalissimi individui pure loro all'apparenza, ma nel loro profondo in realtà "delle bestie spietate". Fabio non lo sapeva oppure qualcosa che non andava aveva intuito? Oppure aveva tentato di uscire da questo squallido "gruppo"?
Non riesco a chiamarle persone, mi riesce difficile, anche se ci provo.
Parlava, suonava, rideva, scherzava, si "divertiva" con loro, almeno questo era quello che raccontava di fare Fabio.
La lotta di papà Michele che, per anni ha cercato di scovare gli assassini del figlio, è stata utile, anche se non del tutto, ma ora questo padre sa certamente di essere almeno un po' più sollevato dopo anni di battaglie alla ricerca della verità per un figlio che ora non c'è più, ma che per lui continuerà ad esserci sempre nel cuore.
Concludo con due domande che potrebbero aiutare a riflettere:
chissà se questi individui malvagi si renderanno conto  di quello che hanno fatto? Sono pazzi o lucidi, ma convinti delle brutalità che commettono?
Fabio che armi avrebbe potuto avere per difendersi ed uscire da questa brutta situazione?

Chiara



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